lunedì 28 settembre 2009

Honduras sull'orlo del baratro? Crisi diplomatica con il Brasile.


Non se ne sta parlando molto, qui in Italia, della nuova crisi che sta colpendo l'America Latina. Dopo le tensioni tra Colombia, Ecuador e Venezuela, ora l'attenzione si è spostata sull'Honduras, paese centroamericano che conta più di 7 milioni di abitanti.

Forse non molti di voi hanno seguito la storia recente dell'Honduras, che riassumo in pochi passi.
Nel 2005 il Partido Liberal de Honduras (PLH) vince nuovamente le elezioni e porta alla presidenza il suo candidato Manuel Zelaya. Il giorno della proclamazione del presidente il partito di maggioranza fa approvare una legge liberale che incentra il potere sul popolo, volendo coinvolgerlo nelle decisioni del governo. Nel 2008 il presidente si avvicina a Chavez e alle posizioni del Venezuela (dichiaratamente anti-americano) ottenendo in cambio forti sconti sul prezzo del petrolio che il paese sudamericano vende loro.
Nel 2009 il passo falso. Zelaya promuove un referendum, giudicato anti-costituzionale in più occasioni dalla corte suprema Honduregna, per poter prolungare il suo mandato presidenziale, che fino a quel momento prevedeva un massimo di 4 anni al governo e vietando (come in molti paesi latino americani) la rielezione dello stesso presidente. La corte suprema ha quindi ordinato all'esercito di destituire il presidente, che è prontamente fuggito in Costa Rica, e ha dato il potere a un italiano, Roberto Micheletti, di origini bergamasche.
Zelaya ha anche provato ad accusare gli States di aver appoggiato questo colpo di stato (forse per l'avvicinamento a Chavez?).
Dopo molti mesi passati all'estero e qualche tentativo di rientrare nel paese d'origine (che ha originato vari scontri tra manifestanti e polizia con molti morti) Zelaya è finalmente riuscito a tornare nella capitale ed è stato ospitato dall'ambasciata Brasiliana.
L'Honduras nel frattempo è caduto in una delle peggiori crisi della sua storia. Sono stati sospesi molti diritti costituzionali, e' stato introdotto il coprifuoco e negli ultimi giorni sono stati sospesi tutti i voli internazionali proprio per evitare che l'ex-presidente scappi.
Micheletti non viene riconosciuto dalla comunità internazionale, ha rilasciato diverse interviste a giornalisti esteri, dichiarandosi presidente leggittimo e sostenendo che l'Honduras era finalmente un paese libero (dimenticandosi di menzionare la chiusura di diversi giornali, TV e radio che non la pensavano come lui).
L'ultima mossa del bergamasco però potrebbe provocare una crisi internazionale ben più grave. Tra 10 giorni, infatti, l'ambasciata Brasiliana verrà spogliata del suo titolo di "sito diplomatico" e quindi passerà sotto il diretto controllo dell'autorità Honduregna. Questo ha già scatenato le proteste dei Brasiliani (ovviamente) e potrebbe portare a uno scontro frontale tra i due paesi. Micheletti sta praticamente cancellando la sede diplomatica Brasiliana dal territorio del suo stato.
Inoltre Micheletti ha dichiarato di voler sospendere 5 diritti fondamentali della costituzione:
-Libertà personale
-Libero pensiero (e libertà di espressione)
-Libertà di associazione e di unione
-Libertà di circolazione
-Diritti dei reclusi

Se così dovesse succedere l'Honduras piomberebbe all'improvviso in una dittatura, come non se ne vedevano dal secolo scorso, riaprendo una ferita nell'america latina che (si sperava) fosse stata chiusa dopo il tanto sangue versato nel 900.

Link:
Articolo El Pais
Articolo El Universal
Manuel Zelaya
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