martedì 19 gennaio 2010

Controcorrente: approvo le crociere ad Haiti


Partiamo dalla notizia:
Cocktail in spiaggia e sport acquatici
La nave da crociera sbarca ad Haiti


A leggerla così a molti di voi si sarà accapponata la pelle. Anche a me sinceramente, ma dopo qualche momento di sconcerto, ci ho pensato su.

E in effetti, l'idea della "Royal Caribbean International" seppur criticabile per le tempistiche, non è così negativa.

Perchè dico questo? Perchè Haiti ha bisogno di noi, con i soccorsi in questo momento, ma in misura molto maggiore nel futuro. Ha bisogno dei turisti da crociera caciaroni, che lasciano al paese che visitano dollari e diritti di attracco. Ha bisogno di turisti che si rinchiudano in villaggi turistici esclusivi, dove lavorano haitiani e che raccolgono in tasse e spese un bel po' di soldi.
Il problema di Haiti è al 50% ora, ma l'altro 50% si avrà nei prossimi anni. Risollevare l'economia anche solo al livello misero nel quale si trovava prima sarà un'impresa titanica, molto più che estrarre i pochi sopravvissuti da sotto le macerie. Se non riparte l'economia, la maggior parte degli haitiani sopravvissuti saranno costretti ad emigrare, scappare, morire di stenti e di malattie.

So che ciò che dico potrebbe non andare a genio a molti, ma per esperienza diretta, dopo l'uragano che devastò la fascia costiera caraibica di Cancun - Playa del carmen il governo Messicano si rivolse per primo ai turisti:
Non abbandonateci, venite a trovarci, anche se è ancora tutto in ricostruzione, abbiamo bisogno di voi.

Haiti non è mai stato un posto molto turistico, ma la adiacente Rep. Dominicana si. Quel poco di turismo che c'è, se dovesse sparire, sarebbe direttamente proporzionale all'aumento di bocche da sfamare in futuro.

Non abbandoniamo Haiti.
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